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Avrei bisogno di alcuni chiarimenti sulle caratteristiche di un pannello in mdf da 18mm.
anonimo: Ho bisogno di alcuni chiarimenti sulle caratteristiche di un pannello in mdf da 18mm.
-qual è la sua dilatazione termica?
-si dilata con l'umidità ?
-se sì, la dilatazione dovuta all'umidità è reversibile una volta asciugato l'ambiente?
ultimo aggiornamento
10.10.2014 (19.12.2011)
Nr.: 13504
Risposta team esperti :
Il coefficiente di dilatazione termica del pannello di fibra a media densità MDF è dell’ordine di quello di un acciaio dolce (5 * 10-6 per grado centigrado), il che nell’intervallo di temperatura che ci si puo aspettare nel servizio normale (10 -40 °C) determina al piö una variazione totale, per uno spessore di 18 mm, di 2,7 millesimi di millimetro. Ben piö importanti sono i movimenti dovuti alla variazione di umidità .
Si riportano di seguito i valori massimi ammessi, ricavati dalla norma UNI EN 622 – 5, 2010 »Pannelli di fibra di legno – specifiche – parte 5: requisiti per i pannelli ottenuti per via secca (MDF)«, relative all’intervallo di spessore 12-19 mm
| Rigonfiamento (%) | |
| Dopo 24 ore di immersione (*) | Dopo prova ciclica (**) |
Generali in ambiente asciutto | 12 |
|
Generali in ambiente umido | 8 | 15 |
Portanti in ambiente asciutto | 12 |
|
Portanti in ambiente umido | 8 | 15 |
(*)secondo UNI EN 317
(**) secondo UNI EN 321
Si possono inoltre calcolare, col metodo descritto nella norma UNI EN 318, 2003 «Pannelli a base di legno - Determinazione delle variazioni dimensionali associate a
variazioni di umidità relativa«, le variazioni dimensionali, in millimetri per metro, determinate dalla variazione di umidità relativa pari al 65% e all'85% nella fase di adsorbimento, e tra livelli di umidità relativa pari al 65% e al 30% nella fase di desorbimento. Detti valori rivestono pero scarso interesse pratico nel settore strutturale, tanto che non sono richiamati né nella citata UNI EN 622 – 5, né nella UNII
EN 13986 »Pannelli a base di legno per l utilizzo nelle costruzioni - Caratteristiche, valutazione di conformità e marcatura«.
Per quanto riguarda la reversibilità delle deformazioni igroscopiche, un deformazione residua è possibile, specie utilizzando materiale per uso in condizioni asciutte, dopo esposizioni a prolungate a climi molto umidi, o addirittura dopo un prolungato contatto con acqua in fase liquida, va comunque detto che (escluse le condizioni estreme appena citate) si tratta di deformazioni rilevabili tutt’al piö per via strumentale, dato che l’accesso dell’acqua è estremamente lento, soprattutto nel materiale per uso in ambienti umidi, e in genere vengono ripristinate le condizioni di normale impiego prima che sia raggiunto l’equilibrio con le situazioni piö severe.