Dovrei valutare l'interazione chimica legno-metallo, con relativi fenomeni di incompatibilità  reciproci.

daniele mascherin, PN (Ingegnere): Sto svolgendo una ricerca nell'ambito della durabilità  di rivestimenti parietali in legno per esterni. Il mio problema riguarda l'interazione chimica legno-metallo, con relativi fenomeni di incompatibilità  reciproci.
Mi risulta che alcune essenze vadano a creare o subiscano azioni di degrado piö massicce, tuttavia non riesco a reperire documentazione dettagliata a riguardo. Avrei bisogno di evidenziare le differenze tra diverse combinazioni di legno e metallo.


ultimo aggiornamento
05.11.2015 (11.09.2007)
Nr.: 7298


Risposta team esperti Ing. Roberto Tomasi:

I principali attacchi abiotici (cioè esclusi funghi e insetti) che puo subire il legno sono descritti in »Piazza M., Tomasi R., Modena R. (2005), Strutture in legno - Materiale, calcolo e progetto secondo le nuove normative europee, Ulrico Hoepli Editore, Milano« a cura dell'ing. Massimo del Senno:

»La parete cellulare è generalmente molto resistente agli attacchi chimici (il che ha reso il legno nel passato adatto all’utilizzo come contenitore di sostanze aggressive, la resistenza agli acidi lo ha fatto usare per anni come separatore nelle batterie di accumulatori elettrici).

Tuttavia il legno è molto sensibile agli alcali: in acqua salata i connettori metallici, bagnati per la permeabilità  del legno, sono sede di fenomeni elettrolitici con produzione di alcali nella zona catodica e conseguenti danni sia nella zona catodica che, a volte, in quella anodica, dove gli ioni danno luogo a sali metallici solubili (come i sali di ferro).

Ed è molto sensibile anche agli alcali diluiti, che demoliscono sia la lignina che le emicellulose, ed all’azione dei sali di ferro in presenza di umidità , che possono favorire la degradazione idrolitica del legno, con la comparsa di macchie bluastre.«

In situazioni »normali« quindi (legno stagionato, non contatto con acqua) l’utilizzo di sistemi di fissaggio di elementi lignei, non dovrebbe determinare fenomeni di questo tipo e di entità  tale da produrre danni considerevoli. Quindi normalmente un corretto progetto della durabilità  attraverso la protezione costruttiva degli elementi puo scongiurare situazioni di questo tipo (si vedano le news correlate sull'argomento della protezione costruttiva).

Differenze di comportamento si possono osservare tra alcune specie legnose soprattutto in relazione alla concentrazione di sostanze tanniniche: nel castagno, ma anche in altre specie come per esempio il rovere o anche il noce, il contatto con metalli puo determinare macchie di colore blu-scuro, se in presenza di umidità  sufficiente (contatto con l'acqua, legno poco o non essiccato, o ancora posto in condizioni di esposizione alle intemperie). Non è un caso che questo fenomeno sia tipico delle specie legnose note come piö resistenti al degrado. In questi casi è comunque consigliabile l'uso di connettori metallici di un metallo resistente alla corrosione (disponibili sul mercato), qualora essi servano al fissaggio di elementi soggetti a tassi di umidità  del legno elevati: cio permette di evitare spiacevoli effetti di colorazione, di evitare il degrado locale del legno e soprattutto di evitare il degrado prematuro per corrosione del metallo dei connettori.

Per un approfondimento sulle caratteristiche tecnologiche delle diverse specie legnose si veda il testo »Giordano G., Ceccotti A., Uzielli L. (1993, 1999), Tecnica delle costruzioni in legno, Ulrico Hoepli Editore, Milano« nella parte curata dal prof. Giordano, ed il prontuario Promo_legno n. 6 »I volti del legno« (http://www.promolegno.com/prontuari.htm).

 


La mia domanda alla redazione...

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