In una scuola con strutture portanti intermanete in legno R60 è possibile realizzare controsoffitti in cartongesso con intercapedine vuota o ai sensi dell'art. 3.1 del DM 26.08.1992?

anonimo: In una scuola con strutture portanti intermanete in legno R60 è possibile realizzare controsoffitti in cartongesso con intercapedine vuota o ai sensi dell'art. 3.1 del DM 26.08.1992 (Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica) questi vanno considerati a tutti gli effetti intercapedini e quindi non realizzabili? Ed ancora è possibile realizzare contropareti in cartongesso in classe 0 (con interposta lana di roccia e quindi in assenza di intercapedini) in aderenza agli elementi strutturali in legno (pannello xlam)?

ultimo aggiornamento
10.10.2014 (17.01.2012)
Nr.: 13572


Risposta team esperti Prof. Ing. Maurizio Piazza:

La domanda si riferisce all'interpretazione corretta delle prescrizioni citate, che sono state emanate quando la costruzione in legno non era o non si pensava fosse, quasi certamente, prevista per questi progetti. È quindi particolarmente difficile dare risposte e indicazioni che siano con certezza sempre corrette e applicabili. Anche il paragone con normative e prescrizioni nazionali estere è estremamente difficoltoso, in quanto le regole applicate nei diversi paesi per la protezione antincendio sono prevalentemente di tipo prescrittivo e non prestazionale.
Paragoni e confronti sono, quindi, particolarmente difficili.

È possibile realizzare contropareti in cartongesso o materiali e prodotti simili in aderenza agli elementi strutturali in XLAM. La pannellatura puo assumere in questo caso le funzioni di protezione antincendio del pannello XLAM, a condizione che il materiale ne presenti le caratteristiche necessarie, che il suo spessore sia sufficiente, che sia applicata secondo le modalità  di installazione prescritte dal produttore.

Il controsoffitto in cartongesso puo essere realizzato in modo che lo stesso funga da protezione antincendio (a condizione che materiale, spessore e costruzione del controsoffitto risultino adatti a tale funzione).

Il testo dell'art. 3.1 del DM del 26.08.1992 " Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica", citato nella domanda, recita testualmente:
"c) i materiali di rivestimento combustibili, ammessi nelle varie classi di reazione al fuoco debbono essere posti in opera in aderenza agli elementi costruttivi, di classe 0 escludendo spazi vuoti o intercapedini".

La prescrizione circa l'esclusione di intercapedini (vuote) si riferisce ai materiali di rivestimento combustibili, ove ammessi. In caso di rivestimento con materiale di classe 0, la questione sembra quindi non porsi (si parla di spazi vuoti). Un rivestimento con materiale di classe superiore a 0 richiede di essere applicato senza intercapedini ad un elemento costruttivo di classe 0. Sulla base di questa riflessione dovrebbe essere possibile realizzare un rivestimento con materiale di classe superiore a 0, a condizione di porlo in opera in aderenza ad un elemento di classe 0.
D’altra parte il D.M. 19.08.1996 »Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio dei locali di intrattenimento e di pubblico spettacolo«, recitava allo stesso modo (punto 2.3.2 Reazione al fuoco dei materiali):
»g) i materiali di rivestimento combustibili, ammessi nelle varie classi di reazione al fuoco, devono essere messi in opera in aderenza agli elementi costruttivi o riempiendo con materiale incombustibile eventuali intercapedini. Ferme restando le limitazioni di cui alla precedente lettera a), è consentita l’installazione di controsoffitti nonché di materiali di rivestimento e di materiali isolanti in vista, posti non in aderenza agli elementi costruttivi, purché abbiano classe di reazione al fuoco non superiore ad 1 e siano omologati tenendo conto delle effettive condizioni di impiego anche in relazione alle possibili fonti di innesco«.
La ratio delle citate normative è, tra l’altro, quella di impedire di avere cavedi nei quali possano svilupparsi fenomeni di combustione dei materiali, nello specifico legno, non dando segnale evidente all’esterno se non a fenomeno sviluppato.

Si raccomanda comunque di validare sempre e già  durante le prime fasi della progettazione le soluzioni scelte direttamente con il Comando VV.F. di competenza per il progetto in questione (nello specifico cio dovrebbe essere obbligatorio). Le soluzioni costruttive in legno sono spesso relativamente nuove e non è semplice classificarle e valutarle sulla base di regole e prescrizioni stabilite e definite quando la costruzione in legno non era oggetto di tali applicazioni.
Tra l’altro, il Ministero dell’Interno è intervenuto piö volte con Lettere circolari di chiarimento sull’impiego dei controsoffitti per strutture resistenti al fuoco, e a tali Lettere circolari potrà  essere utile fare riferimento.

Giova richiamare infine, le normative di cui ai DM del 2005 (con il recepimento delle cosiddette Euroclassi di reazione al fuoco), e i DM del 2007 (ai quali fanno riferimento anche le Norme Tecniche per le Costruzioni 2008).
Inoltre, a parte le regole prescrittive delle regolamentazioni citate in domanda, potrebbe essere utile fare riferimento alla norma EN 1995-1-2 (Eurocodice 5, parte fuoco), laddove (Appendici informative D e E) si riportano interessanti considerazioni sulla carbonizzazione degli elementi strutturali lignei in presenza di cavità  tra essi e gli elementi schermanti.

Si rammenta, infine, che le singole prescrizioni sono soltanto uno degli elementi atti a garantire la protezione antincendio di una costruzione. Tale prestazione dovrà  essere comunque valutata nel suo insieme, sia per la parte di protezione passiva (cui qui ci si è riferiti) sia per quella attiva.

Ing. Andrea Bernasconi


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