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La tecnica americana dei cool roofs è utilizzabile per risolvere almeno in parte la problematica del limite di massa superficiale delle pareti opache verticali imposta recentemente dal D.Lgs. 311/2006 allegato I punto 9.
Riccardo Rossini, RE (Ingegnere): Ritengo particolarmente problematico per le costruzioni in legno il rispetto del D.Lgs. 311/2006 allegato I punto 9 che prescrive per quasi tutte le località italiane che il valore della massa superficiale Ms delle pareti opache verticali, orizzontali o inclinate sia superiore a 230 kg/m² e se non si riesce a rispettare tale limite che gli effetti positivi che si ottengono con il rispetto dei valori di massa superficiale delle pareti opache previsti di 230 kg/m² possono essere raggiunti, in alternativa, con l'utilizzo di tecniche e materiali, anche innovativi, che permettano di contenere le oscillazioni della temperatura degli ambienti in funzione dell'andamento dell'irraggiamento solare: quali possono essere le tecniche alternative da utilizzare (nelle strutture in legno è difficilmente raggiungibile una massa di tale valore come nel caso del platform frames)? La tecnica americana dei cool roofs è utilizzabile per risolvere almeno in parte tale problema?
ultimo aggiornamento
10.10.2014 (27.08.2008)
Nr.: 7949
Risposta team esperti :
Ha ragione. Non si raggiunge la massa richiesta ne per pareti ne per tetti. I sistemi alternativi utilizzabili non vengono definiti per bene, percio si potrebbe (in modo non corretto) affermare quasi quello che si vuole. Ritorniamo pero sulla via scientifica. Il sistema da lei nominato (cool foofs) si basa sopprattutto sull'effetto riflettivo di materiali. Questo effetto è noto da tanto tempo, come dimostrano le tradizioni di pitturare di bianco ogni primavera le case nelle zone meditterrane.
Questo effetto della riflessione di calore, finora purtroppo viene quantificato soltanto in uno studio del Passivhaus-Institut, che ha dato i valori di corezione per strati riflettenti nel programma WaVE della TBZ sul calcolo della riduzione ampiezza e spostamento fase secondo il metodo del professore Heindl (sistema accettato nella bioedilizia da piö di 20 anni).
Ufficialmente in Italia come sistema alternativo viene accettato il metodo di calcolo della UNI EN 13786 (calcolo del U-dinamico, percio del fattore di attenuazione). Questo metodo purtroppo non è adatto al calcolo dello spostamento fase, come purtroppo qualche regione d'Italia (Emilia Romagna) lo ha già integrato nelle sue leggi regionali sulla certificazione energetica.
Per diventare concreti, il nostro consiglio è:
usare il calcolo della UNI EN 13786 per il calcolo U dinamico e il controllo del fattore di attenuazione, cercando di restare sotto il 40% nel rapporto tra Udinamico e Ustatico.
usare il calcolo del metodo Heindl per lo spostamento fase, tenendo conto anche degli effetti della ventilazione e degli strati riflettenti, puntando a uno sfasamento ad almeno 8 ore
Vedrà che in questi casi non avrà un problema grave per rientrare in valori che hanno senso.