Nella verifica di resistenza al fuoco di una copertura lignea occorre tenere conto dell'instabilità  di trave?

anonimo: Due fornitori diversi di legno lamellare mi hanno preventivato la fornitura di una stessa struttura che deve avere caratteristiche R60. Uno dei due ha dimensionato le travi in modo che, anche se ridotte di sezione a causa della carbonizzazione, esse risultino stabili anche nei confronti della instabilità  a flessione anche dopo 60 minuti, sotto una quota parte anche del carico neve. L'altro fornitore mi ha detto che dopo pochi minuti non esiste piö il pacchetto di copertura, che il carico neve puo non essere considerato sulle travi e che quindi possono essere utilizzate sezioni di larghezza minore.
Premesso che il pacchetto è costituito da una stratigrafia tradizionale (perline 20 mm, isolante, listellatura e tegole) e che per esso i vigili non hanno previsto requisiti di resistenza al fuoco e ragionevolmente in caso di incendio ha una durata limitata, se sposo la tesi del secondo fornitore, potrei avere problemi con il rilascio successivo del CPI?

ultimo aggiornamento
10.10.2014 (23.10.2007)
Nr.: 7366


Risposta team esperti Ing. Roberto TomasiProf. Ing. Maurizio Piazza:

Si deve premettere che, nel settore specifico, l’Italia si è recentemente adeguata a nuove procedure nell’ambito di classificazione dei prodotti, richieste e requisiti da soddisfare per le costruzioni, verifiche e calcolazioni da eseguire, con cio recependo le normative europee sulla classificazione al fuoco e relative prove (D.M. 10 marzo 2005 Classi di reazione al fuoco per i prodotti da costruzione da impiegarsi nelle opere per le quali è prescritto il requisito della sicurezza in caso d’incendio, D.M. 15 marzo 2005 Requisiti di reazione al fuoco dei prodotti da costruzione installati in attività  disciplinate da specifiche disposizioni tecniche di prevenzione incendi in base al sistema di classificazione europeo), ed emanando le recenti disposizioni di cui alla GU (D.M. 16 febbraio 2007 Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione, D.M. 9 marzo 2007 Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attivita' soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco). Questi ultimi disposti hanno di fatto »pensionato« definitivamente la vecchia Circolare 91 del 1961 che, giova ricordare, riguardava le »Norme di sicurezza per la protezione contro il fuoco dei fabbricati a struttura in acciaio destinati ad uso civile«. Con successive circolari, come è noto, l’ambito di competenza di tale circolare è stato via via ampliato anche al settore delle costruzioni in c.a. e a quelle lignee. Di fatto l’apparato normativo al riguardo si presentava con un quadro estremamente confuso e molto frammentato e, per certi versi, incoerente. Cio nonostante la »sicurezza« effettiva delle costruzioni nei confronti dell’incendio è risultata essere al pari (se non maggiore) di quella di altri Paesi europei ed extra-europei, con questo dimostrando che anche norme estremamente semplici (purtroppo molto spesso a carattere prescrittivo) possono risultare comunque efficaci.

I recenti e citati disposti (2007) hanno sanato questa situazione e meglio »organizzato« il corpus normativo in materia.

Cio premesso, nella sua domanda si possono rilevare due distinti aspetti, il primo riguardante l’aspetto prestazionale della copertura dal punto di vista delle normative antincendio, l’altro che attiene piö da vicino alla parte strutturale (pur nella particolare e eccezionale situazione di incendio).

Per il primo aspetto bisognerà  distinguere i casi in cui la copertura in questione debba o meno presentare una prestazione di isolamento e tenuta (oltre a quello della resistenza): con un termine entrato nella consuetudine dell’uso, tale requisito viene identificato con la sigla REI. Tale requisito puo essere richiesto dal Comando VV.F. (ad esempio in considerazione di un eventuale e particolare sito sensibile), anche per semplici coperture e non solamente per partizioni interne (pareti e solai intermedi). Nel caso in cui cio sia richiesto, anche il pacchetto dovrà  essere a tal fine progettato: molto spesso, e per i casi di maggiori richieste di resistenza (60’ e oltre), cio si realizza mediante pacchetti compositi a strati differenziati.

Pero, anche nel caso in cui si pretenda una semplice verifica di resistenza al fuoco della struttura, si dovrebbe identificare a cosa ci si riferisce con il termine »struttura«: in questo senso anche un arcareccio o un travetto secondario è »struttura« o lo è perchè partecipa alla stabilità  di insieme della copertura o della struttura.

A maggior ragione, comunque, nella struttura devono essere ricompresi tutti quegli elementi che garantiscono la »stabilità « della costruzione, in primo luogo i controventi.

La tesi secondo cui una volta »perso« il carico di neve la struttura è di per sè »stabile« è perlomeno bizzarra e non tiene – tra l’altro – in alcuna considerazione la »convenzionalità « delle verifiche nei confronti di questa particolarissima azione eccezionale, combinando acriticamente verifiche convenzionali e considerazioni pratiche. Una trave di legno lamellare (evidentemente con base ridotta da 20 o 22 cm) e abbastanza lunga non è stabile nemmeno per peso proprio, tant’è che devono essere presi opportuni provvedimenti già  per la sua messa in opera! Ma l’argomento presenta risvolti ancora piö »subdoli«: non è detto che l’incendio sia assolutamente generalizzato e uniforme nel compartimento (anzi in pratica non è mai così!). Si pensi quindi a cosa significherebbe perdere, a causa di un incendio, il contributo stabilizzante della parte di struttura comprendente il sistema di controvento, mentre altra parte di struttura intaccata solo marginalmente potrebbe essere ancora efficiente se solo potesse ancora contare su un sistema di controvento ancora funzionante. Tra l’altro, la parte forse meno »robusta« di una costruzione lignea nei confronti dell’incendio è proprio quella che fa riferimento ai sistemi controventanti: per quelli realizzati in acciaio, ad esempio, essi perdono l’efficacia controventante prima che abbia inizio la carbonizzazione del legno semplicemente per l’allungamento conseguente alla dilatazione termica.

Si aggiunga infine il carattere »convenzionale« delle nostre verifiche, anche con riferimento a quale »quota parte« del carico di neve da assumere: su tale quota parte si potrebbe disquisire a lungo come si potrebbe disquisire sui valori del carico di neve da assumere in condizioni di normale utilizzo!

Infine si deve tenere presente che i comandi provinciali VV.F. si preoccupano sempre di garantire una costruzione che possa dare delle garanzie anche alle squadre di soccorso e di quelle che si occupano dello spegnimento. In questo senso le costruzioni lignee, come è noto, danno ottime garanzie se confrontate con costruzioni con altri materiali nelle quali il crollo puo essere improvviso e non preannunciato. Certo è che il collasso per instabilità  o, semplicemente, per il raggiungimento di una condizione di labilità  è anch’esso istantaneo e deve quindi essere evitato.

In ogni caso, per non incorrere poi nei problemi da Lei paventati nel rilascio del CPI, visto che eventuali richieste particolari e piö restrittive possono esser comunque avanzate da organi di sorveglianza, considerato che interventi strutturali a posteriori risultano molto gravosi in termini economici (mentre, come puo ben vedere, una maggiorazione di sezione iniziale è trascurabile nel costo totale di un edificio), si consiglia assolutamente di richiedere direttamente alla specifica autorità  di sorveglianza competente un chiarimento e una precisazione sull'applicazione della norma attualmente in vigore nonché su prescrizioni particolari da adottare.

 

Riferimenti

Prontuario tecnico n. 7 »Il legno e il fuoco«, promo_legno, Milano, 2007

Piazza M., Tomasi R., Modena R. (2005), Strutture in legno - Materiale, calcolo e progetto secondo le nuove normative europee, Ulrico Hoepli Editore, Milano, cap 7 a cura del prof. Maurizio Piazza
 

Riferimenti normativi
 

D.M. 10 marzo 2005 Classi di reazione al fuoco per i prodotti da costruzione da impiegarsi nelle opere per le quali è prescritto il requisito della sicurezza in caso d’incendio;

D.M. 15 marzo 2005 Requisiti di reazione al fuoco dei prodotti da costruzione installati in attività  disciplinate da specifiche disposizioni tecniche di prevenzione incendi in base al sistema di classificazione europeo;

D.M. 16 febbraio 2007 Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione;

D.M. 9 marzo 2007 Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attivita' soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco;

UNI 9504:1989 Procedimento analitico per valutare la resistenza al fuoco degli elementi costruttivi di legno.

UNI EN 1995-1-2:2005 Eurocodice 5 - Progettazione delle strutture di legno - Parte 1-2: Regole generali - Progettazione strutturale contro l'incendio

 

Riferimenti normativi da ritenersi superati

 

Circ. Min. Int. 14 settembre 1961, n. 91

D.M. 6 marzo 1986 "Calcolo del carico d'incendio per locali aventi strutture portanti in legno".

 

C.N.R. n. 192 del 28 dicembre 1999 "Progettazione di costruzioni resistenti al fuoco"


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