Per quanto riguarda la resistenza al fuoco R.E.I., in una struttura lignea, come è possibile valutare la tenuta E e l'isolamento I. E' possibile attribuire alla struttura oltrechè un valore di R pari a 30 anche un valore di E e di I pari a 30?

anonimo: Per quanto riguarda la resistenza al fuoco R.E.I., in una struttura lignea, come è possibile valutare la tenuta E e l'isolamento I. E' possibile attribuire alla struttura oltrechè un valore di R pari a 30 anche un valore di E e di I pari a 30?

ultimo aggiornamento
05.11.2015 (01.06.2011)
Nr.: 12648


Risposta team esperti Marco Luchetti:

Per quanto riguarda la definizione del relativo concetto di resistenza al fuoco, appare opportuno riportare alcuni concetti di carattere generale.

Innanzitutto si richiama quanto espresso dal relativo DM 9.3.2007 in merito alla definizione di resistenza al fuoco, che viene ricompresa nelle seguenti:

 

-    La »capacità  di compartimentazione in caso di incendio« definita come »attitudine di un elemento costruttivo a conservare sotto l’azione del fuoco, oltre alla propria stabilità , un sufficiente isolamento termico ed una sufficiente tenuta ai fumi e ai gas caldi della combustioni, nonché tutte le atre prestazioni se richieste.

 

-    La »resistenza al fuoco« definita come »una delle fondamentali strategie di protezione da perseguire per garantire un adeguato livello di siscurezza della costruzione in condizione di incendio. Essa riguarda la capacità  portante in caso di incendio, per una struttura per una parte della struttura o per un elemento strutturale nonché la capacità  di compartimentazione rispetto all’incendio per gli elementi di separazione sia strutturali, come muri e solai, sia non strutturali come porte e tramezzi«

 

La »classe di resistenza al fuoco« va dunque interpretata in funzione dell’elemento costruttivo definizione dell’elemento costruttivo che si intende analizzare. Per esempio, nel caso di un montante in legno lamellare, i termini E ed I perdono di significato in quanto risulta decisivo il solo valore di R (ossia l’attitudine a conservare la capacità  portante).

Per contro, nel caso di un muro tagliafuoco non portante, oltre all’aspetto della tenuta E sarà  necessario valutare anche quello dell’isolamento I, mentre non risulterà  determinante il parametro R (si parlerà  in tal caso di classificazione EI). Se si trattasse invece di un muro portante si dovrà  fare riferimento alla classificazione REI, divenendo importante anche il parametro R. Indicazioni precise in tal senso sono contenute nell’allegato A del DM 16.2.2007.

 

Nota: si ricorda quanto segue (come da DM 30.11.1983):

- R: è l’attitudine di un elemento da costrizione a conservare la propria resistenza meccanica sotto l’azione dell’incendio

- E: è la capacità  di un elemento da costruzione di non lasciar passare (né tantomeno produrre) fiamme, vapori o gas caldi dal lato esposto a quello non esposto

- I: è l’attitudine di un elemento costruttivo a ridurre, entro determinati limiti, la trasmissione del calore.

 

Il DM int. 16/02/2007 nell’allegato C prevede l’utilizzo degli Eurocodici, in particolare per l’argomento in questione si riportano le norme seguenti norme:

- EN 1991-1-2 »Azioni generali – Azioni sulle strutture esposte al fuoco«;

- EN 1995-1-2 »Progettazione delle strutture di legno – Progettazione strutturale contro l’incendio«.

 

Fatte salve le metodologie di calcolazione riportate nei documenti sopra richiamati, il DM 16.2.2007 indica inoltre le metodologie con cui eseguire le apposite prove di laboratorio. Brevemente le stesse prove di laboratorio vengono eseguite su campioni che rappresentano la schematizzazione delle probabili situazioni applicative presenti in realtà .

Di seguito solo per un corretto riferimento normativo si riportano:

 

-  UNI EN 1364-1: per gli elementi non portanti per i quali si determinano i requisiti EI

 

-  UNI EN 1365-1: per gli elementi portanti per i quali si determinano i requisiti REI

 

I relativi rapporti di prova dovranno essere redatti in conformità  alla classificazione definita nella UNI EN 13501-2, secondo le indicazioni della UNI EN 1363-1.

 


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