Qual è il coefficiente di dilatazione termica del legno?

anonimo: Mi sapreste dire qual è il coefficiente di dilatazione termica da utilizzare per calcolare la masima estensione in lunghezza per un pavimento in parquet in rovere? Va considerato che si ipotizza di mantenere uno spazio di margine di sicurezza 1cm per ciascun lato della posa sui lati delle stanze, e noltre che le liste di parquet sono lunghe 2m, per cui con ovvia probabilità  sono ottenute con un taglio longitudinale dal tronco di legno.

nunzia punzi, PT (Architetto): Ho un pavimento in teak molto grande, con una parte nella sala, di circa 10mq di marmo. Vorrei chiedervi se devo mettere per forza dei giunti di dilatazione tra materiali e ad interruzione della superficie o posso evitarlo. Per completezza di informazione, ho il riscaldamento radiante e quindi i listelli sono incollati.

aldo rizzo, CS (Costruttore tetti / Strutture in legno): Mi sapete dire cosa esprime il coefficiente di dilatazione termica???

ultimo aggiornamento
10.10.2014 (25.08.2009)
Nr.: 9364


Risposta team esperti Ing. Roberto Tomasi:

Come tutte le sostanze il legno si dilata termicamente, ma questo fenomeno è molto meno importante delle variazioni dimensionali dovute al comportamento igroscopico del materiale. Infatti l’innalzamento della temperatura provoca comunque diminuzioni di umidità , cui sono associati ritiri che »mascherano« largamente le dilatazioni termiche.

 

Un incremento di temperatura in un legno ad umidità  superiori al 3% determina, come già  accennato, una dilatazione inferiore al ritiro causato dalla corrispondente perdita di umidità , per cui si ha nel complesso una diminuzione delle dimensioni.

In pratica la dilatazione termica puo essere trascurata senza problemi, mentre occorre tenere in considerazione le problematiche relative al ritiro ed al rigonfiamento dovuti alla variazione del contenuto di acqua all'interno del legno (umidità  del legno). I coefficienti di ritiro e di rigonfiamento sono ben noti, e sono comunque dipendenti dalla direzioni "anatomiche" del legno (per esempio le deformazioni longitudinali sono di un ordine di grandezza inferiori alle deformazioni nelle direzioni trasversali). Quindi le deformazioni possono essere calcolate in funzione della variazioni di umidità  dell'ambiente (e quindi del legno) prevista nelle fasi di utilizzo dell'opera. 

Solitamente i valori di ritiro totale (cioè di variazione dimensionale del legno allo stato fresco, con contenuto di acqua pari al 30 %, allo stato anidro, con contenuto di acqua pari a zero) variano secondo le differenti direzioni anatomiche con i seguenti valori: tra lo 0,2% ed il 0,5% in direzione assiale, tra il 3% ed il 6% in direzione radiale, tra il 6% ed il 12% in direzione tangenziale.

l parametro di utilizzo per i calcoli è quindi il coefficiente di variazione dimensionale e per variazioni percentuali unitarie, riportato nella seguente tabella:

 

Tabella Coefficienti di variazione dimensionale e per variazioni percentuali unitarie, (= 1%) di umidità  all`interno del campo igroscopico

 

εT

εR

εL

Conifere

0,24

0,12

0,01

Latifoglie

0,40

0,20

0,01

 

Le deformazioni longitudinali sono quindi di un ordine di grandezza inferiori a quelle trasversali (radiali e tangenziali), pari, secondo la precedente tabella, ad 1/10000 per variazione di un grado di umidità  (questo significa una variazione di 0,1 mm su 1 m).

Diverso è il caso delle deformazioni trasversali (radiali e tangenziali): nel caso di deformazioni radiali si ha circa 1/1000 - 2/1000 per variazione di un 1% di umidità  (questo significa una variazione di 1-2 mm su 1 m).  

Questi valori di variazione dimensionale devono essere moltiplicati appunto per le variazioni di umità  previste in sede di progetto (che possono essere dell'ordine di alcuni punti percentuali), per determinare le variazioni dimensionali del pavimento.

Tenga conto queste variazione dimensionali non vengono assorbite solamente agli angoli della stanza (essendo i listelli incollati o inchiodati agli elementi sottostanti), ma attraverso le "fughe" del pavimento (anche grazie alla maschiatura dei listelli del parquet). Inoltre un prerequisito fondamentale di una corretta posa è una corretta stagionatura dei massetti e dei listelli.

 


La mia domanda alla redazione...

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