Quale puo essere la stratigrafia di un tetto a giardino?

Federico Malaguti, MI (Architetto): Sto cercando la stratigrafia di un tetto a giardino realizzato sopra a pannelli a base di legno. Sapete indicarmi dove posso trovarla? Nello specifico, è possibile considerare l'ultimo strato del pannello (presumibilmente in OSB) come l'equivalente di un solaio in muratura sopra al quale posare uno strato di coibente e una guaina impermeabilizzante?

Riccardo Rossini, RE (Ingegnere): E' corretto utilizzare per un tetto piano verde un solaio con struttura in legno massiccio continuo (ad. esempio pannello lamellare sdraiato o solaio di pacchetti di tavole inchiodate), ponendo immediatamente al di sopra del legno massiccio una barriera al vapore e facendo i calcoli termoigrometrici, senza che ci siano comunque pericoli di condensa non prevedibili?


Risposta team esperti Günther Gantioler:

In linea teorica una corretta progettazione consente anche di realizzare un tetto a giardino con elementi strutturali ed impalcato a base di legno. Si tratta, ovviamente, di una soluzione abbastanza »estrema«, soprattutto per una copertura lignea: a parte l’impegno strutturale di una copertura a giardino (i carichi permanenti portati dovuti alla presenza del »giardino« sono di alcune volte superiori al peso proprio della struttura lignea, limitando quindi tali soluzioni per coperture con luci non elevate e sezione ed interasse degli elementi strutturali adeguatamente dimensionati), errori di progettazione o di posa in opera del sistema di separazione tra la zona umida (il »giardino«) e quella asciutta (il »tetto di legno«) possono portate a danni molto gravi alla struttura, spesso non riparabili. Questo strato di separazione è infatti a maggior ragione necessario data la presenza di acqua nello strato a giardino, che deve essere obbligatoriamente separata dalla zona asciutta dove è presente il pacchetto ligneo delle strutture e dell’impalcato. La membrana impermeabile (solitamente si utilizzano membrane di caucciö, poliolefine oppure PVC che vengono saldate tra loro) deve inoltre poter seguire le variazioni dimensionali degli elementi lignei senza venire danneggiata o senza determinare soluzioni di continuità  della protezione, per questa ragione è preferibile utilizzare elementi di impalcato di legno con deformazioni di ritiro e rigonfiamento controllate (tali considerazioni, insieme a quelle di carattere strutturale, dovrebbero orientare nella scelta degli elementi di impalcato: per esempio gli elementi »compensati« di tavole o di piallacci possono essere forse piö indicati degli elementi in OSB, caratterizzati valori piö alti di ritiro dimensionale).

Si deve inoltre tenere in considerazione che la particolare tipologia del pacchetto, che impone una impermeabilizzazione accurata (e quindi una barriera alla fuoriuscita del vapore verso l’esterno), e non consente l’interposizione di uno strato di ventilazione, deve essere valutata in maniera accurata nei confronti della formazione delle condense.

Nel caso di »tetto caldo« (presenza di materiale coibentante al di sopra della struttura), è quindi necessario l’interposizione di una ventilazione forzata all’interno della struttura, in modo tale creare una leggera depressione all’interno dell’edificio (circa 2 Pa) che consenta di evitare la fuori uscita del vapore verso l’esterno.


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