Quali regole fondamentali vanno rispettate nella progettazione strutturale di un edificio con pareti portanti in legno massello con blockbau?

enrico vivola, AQ (Ingegnere): Quali regole fondamentali vanno rispettate nella progettazione strutturale di un edificio con pareti portanti in legno massello con blockbau? Distanze tra + bucature contigue, distanze dagli spigoli, distanze max tra le pareti portanti? In una delle risposte su questo sito si diceva che la distanza "consigliata" tra due pareti portanti è 5mt, dovendo realizzare una sala di un ristorante 7,5x10mt, è possibile pensare a dei pilasti in legno lamellare accostati alle pareti come irrigidimento?

ultimo aggiornamento
05.11.2015 (29.06.2007)
Nr.: 7214


Risposta team esperti Ing. Roberto Tomasi:

Non esistono prescrizioni normative specifiche da rispettare per questa tecnologia costruttiva, l’indicazione di distanza massima consigliata di 5 m era semplicemente dettata da un criterio di buon senso, senza nessuna base normativa (e quindi anche senza nessun riferimento a qualche dato sperimentale reperibile nella letteratura sull’argomento). Si tratta quindi di una limitazione che io personalmente mi sforzerei di rispettare progettando una pianta architettonica di edificio in blockbau, per cercare in qualche modo di limitare gli effetti del secondo ordine di instabilità  fuori dal piano (che in ogni caso dovrebbero essere opportunamente valutati). Non essendoci particolari prescrizioni normative al riguardo, nessuno vieta a Lei di assumere limitazioni maggiori o minori.

Nel caso non sia possibile, per esigenze architettoniche, rispettare tali limiti, una soluzione possibile, analoga a quella da Lei indicata, prevede di rinforzare le pareti nei confronti di sbandamenti fuori dal piano: in questi casi, invece di utilizzare pilastri in legno lamellare, è preferibile aggiungere degli »spezzoni« corti di parete ortogonali, con interasse non superiore ad un certo limite (che io fisserei appunto intorno ai 5m), anche non funzionali all’architettura della pianta ma di lunghezza sufficiente al trasferimento delle forze orizzontali (anche quelle dovute al vento ed al sisma). Tale soluzione è anche illustrata nel testo »Ceccotti A., Follesa, M., Lauriola, M. P. (2005), Le strutture di legno in zona sismica, Criteri e regole per la progettazione ed il restauro, Edizioni CLUT, Torino«.


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