Vorrei sapere quale è secondo voi la specie legnosa migliore da utilizzare per realizzare delle strutture da arredo in classe di rischio 3

anonimo: Vorrei sapere quale è secondo voi la specie legnosa migliore da utilizzare per realizzare delle strutture da arredo (ma che devono garantire un'ottima resistenza meccanica) in classe di rischio 3, cioè poste all'esterno ma non a contatto diretto con il terreno. Io avrei pensato al legno massiccio di castagno protetto con impregnazione e proteggendo le teste con scossaline in lamiera.
E' una scelta corretta? E' forse preferibile utilizzare un legno lamellare? Ho il dubbio che nelle fessure da ritiro che si formano maggiormente nel legno massiccio, si possa accumulare umidità e possano essere maggiormente attaccate da insetti. E' un dubbio sensato? Un'ultima domanda: per definire la "classe di durabilità naturale" come da EN 350-2 si fa riferimento alla sola durabilità naturale ai funghi?

ultimo aggiornamento
21.05.2016 (19.05.2016)
Nr.: 17364


Risposta team esperti Ing. Massimo Del Senno:

L’uso del Castagno in classe di rischio 3 è previsto salvo il caso che l’umidificazione  sia continua, in questa circostanza l’uso di questa specie è sconsigliabile, vista la difficoltà di impregnazione come indicata nel prospetto 2 della norma UNI EN 350-2 (Durabilità del legno e dei prodotti a base di legno. Durabilità naturale del legno massiccio. Guida alla durabilità naturale e trattabilità di specie legnose scelte di importanza in Europa) che riporta 4 (non impregnabile) per il durame e 2 (necessità di un trattamento sotto pressione di 2 o 3 ore) per l’alburno. Premesso questo va detto che il durame di castagno è resistente agli attacchi di insetti (moderatamente resistente anche alle Termiti)e non si vede come eventuali cretti da ritiro possano determinare un accumulo di umidità che favorisca attacchi di insetti. Va da sé che la progettazione di un manufatto ligneo deve avere tra i suoi obiettivi quello di evitare durante il servizio “trappole” di umidità (punti in cui possa accedere e ristagnare per esempio acqua piovana, o zone favorevoli alla condensazione), ma questo sempre allo scopo di evitare attacchi fungini (le specie di insetti quali Anobium punctatum in realtà aggrediscono legno umido approfittano della demolizione iniziata dai funghi).

Il paragrafo 4.2 della norma fa  intendere che per durabilità naturale si intendela “resistenza alla degradazione da parte di funghi, di insetti e di organismi marini perforanti“.

Per ogni tipo di aggressione lo schema di classificazione è riportato nei sottoparagrafi  4.2.2 (funghi), 4.2.3 (Hylotrupes bajulus, Anobium punctatum, Lyctus brunneus ed Hesperophanes cinereus), 4.2.4 (Termiti) e 4.2.5 (organismi marini perforanti).

Uno schema di abbreviazioni per esprimere la durabilità naturale di una specie è proposto nell’appendice (informativa) B della stessa norma.


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