Vorrei sapere se deve essere trattato un pavimento per esterni in larice posato circa 14 mesi fa a bordo piscina.

anonimo: Vorrei sapere se deve essere trattato un pavimento per esterni in larice posato circa 14 mesi fa a bordo piscina. Il pavimento è sospeso su travi di legno dello stesso materiale a circa 100 cm da terra ed è formato da listoni antiscivolo separati l' un l' altro di circa 0,5 cm. E' inutile rendervi noto che è esposto al sole e alla pioggia. Ad oggi come era prevedibile si è ingrigito ma presenta dei piccoli "punti neri" qua e là  (muffe? funghi?) ed il alcune zone si sfalda lievemente. Al momento della posa mi è stato consigliato di non trattarlo dal momento che si sarebbe formata una pellicola protettiva. Vorrei cortesemente sapere da Voi cosa devo fare. Lasciarlo così? Carteggiarlo e poi trattarlo con impregnanti? E se così con quale tipo di impregnante?

ultimo aggiornamento
10.10.2014 (20.08.2008)
Nr.: 7932

Categoria: Durabilità

Risposta team esperti Ing. Roberto TomasiIng. Massimo Del Senno:

Il tema proposto è maggiormente attinente al legno-arredo che al settore costruzioni trattato in questo servizio, pertanto a domande di questo genere si rimanda ad altri servizi esistenti di informazione tecnica sul tema del legno arredo.

Si possono tuttavia fare le seguenti considerazioni di carattere generale:

- l'alterazione cromatica del legno è dovuta all'esposizione alle radiazioni solari UV che causano la degradazione superficiale della lignina, che porta all'ingiallimento e con il tempo ad una colorazione bruna. Se la superficie del legno viene direttamente esposta alle intemperie, i prodotti idrosolubili derivati dalla degradazione della lignina vengono dilavati e rimane la cellulosa di colore bianco-argento e stabile da un punto di vista fotochimico. L'umidità  prodotta da piogge e rugiada porta alla colonizzazione da parte di muffe di colore scuro e alla cattura di particelle di polvere: in questo modo la superficie puo diventare con il tempo grigia o addirittura nera.

- i processi descritti sono processi superficiali e riguardano la superficie esposta del materiale. Tali trasformazioni chimiche superficiali non determinano in alcun modo una "pellicola protettiva", in quanto l'azione di degrado puo proseguire all'interno degli elementi lignei, favorita anche dall'azione "ciclica" delle intemperie (assorbimento d'acqua - essiccazione rapida superficiale), che determina l'apertura di fessura che veicolano gli agenti biotici (funghi, muffe). Esiste in ogni caso una durabilità  »naturale« del materiale che dipende dalla specie legnosa utilizzata.

- un "impregnante" è un prodotto preservante che non determina la formazione di una pellicola sul supporto, ma va ad occupare gli spazi vuoti (sistemi con veicoli non polari) o addirittura si fissa nella parete cellulare (sistemi con veicoli polari) il prodotto preservante puo essere applicato a pennello o a spruzzo, ma i migliori risultati si ottengono senz'altro applicandolo per immersione o, meglio ancora, con procedimenti in autoclave, in modo tale da consentire una penetrazione all'interno degli strati superficiali del materiale. Tali trattamenti sono gli unici che consentono una protezione duratura degli elementi senza significativi interventi di manutenzione. Nel caso di trattamenti superficiali di prodotti preservanti o di pellicole protettive l'effetto protettivo è comunque limitato nel tempo a causa dei fenomeni sopra descritti, e richiede interventi periodici di ripristino dei trattamenti (ogni 2-5 anni).

- per elementi non strutturali sottoposti all'azione diretta delle intemperie, come nel caso delle pavimentazioni esterne o dei rivestimenti di facciata, si deve comunque prevedere interventi di manutenzione che prevedono anche la sostituzione degli elementi. Nel caso di pavimentazioni tralasciando l'utilizzo di trattamenti superficiali per ovvie ragione di usura meccanica, solitamente si ricorre all'utilizzo di elementi lignei non trattati di specie legnose con buona durabilità  naturale: l'utilizzo del larice in questo caso garantisce una durata di vita maggiore di altre conifere utilizzate in edilizia come l'abete. Si tratta in ogni caso di "elementi di sacrificio", destinati ad essere sostituiti dopo un certo periodo che dipende da diversi fattori: oltre alla durabilità  naturale sono molto importanti anche gli accorgimenti costruttivi (per esempio nel caso delle pavimentazioni in legno per esterno esistono dei prodotti che favoriscono un distanziamento delle tavole tra loro e dalla superficie sottostante, consentendo una areazione delle superfici e quindi valori minori di umidità  nel caso dei rivestimenti di facciata le tavole devono essere inclinate per favorire lo scorrimento dell'acqua e le eventuali maschiature devono essere rivolte verso l'alto in modo da evitare tasche di acqua). Nel caso di legno di larice un termine indicativo per la durata di vita degli elementi puo essere dai 15 ai 25 anni, mentre per l'abete si hanno valori minori (tra i 5 ed i 15 anni). L'utilizzo di elementi impregnati di solito viene evitato per diversi ragioni anche estetiche (si preferisce il colore naturale anche invecchiato), non ultime anche per la tossicità  dei prodotti normalmente utilizzati per l'impregnazione. Si ricorda inoltre che il larice è una specie legnosa difficilmente impregnabile.


La mia domanda alla redazione...

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