Esiste una normativa di riferimento per la qualità  estetica del legno lamellare (anche bilama)?

anonimo: In un capitolato d'appalto la voce relativa alla qualità  del legname lamellare e/o bilama puo essere genericamente descritta come "a vista" oppure richiede una precisa formulazione quanto a numero e dimensione dei nodi, sacche di resina, smussi, bluettature e quant'altro? Esiste una normativa di riferimento per la qualità  estetica del legno lamellare (anche bilama)? Grazie per l'attenzione

bartolomeo zuccala, RN (Altro: impiegato): Chiedo se un abete di prima scelta costruito e incollato a vari strati puo' perdere i nodi, o avere delle toppe evidenti che arrivano anche a superare i 25 centimetri. Ho comperato una appartamento da una cooperativa con travi a vista e gia' dal primo momento mi sono accorto di queste imperfezioni , la ditta dice che il legno puo' avere i nodi che cadono nel tempo, e anche le imperfezioni che si vedono . Secondo il vostro giudizio e' legno di prima scelta o posso agire diversamente?

ultimo aggiornamento
05.11.2015 (06.10.2007)
Nr.: 7335


Risposta team esperti Ing. Roberto TomasiIng. Andrea Bernasconi:

E’ bene innanzitutto fare alcune precisazioni sulla terminologia che si utilizza nel campo della classificazione del materiale. Il termine qualità  puo indicare genericamente alcuni parametri significativi presenti in diversi assortimenti di legname, come la numerosità  e dimensione dei nodi, la presenza di tasche di resina, bluettature etc: si tratta quindi di un concetto abbastanza generico che puo avere una corrispondenza sia con caratteristiche meccaniche che con alcune particolarità  estetiche del materiale.

Oggi nelle forniture di legname o di prodotti a base di legno per le costruzioni si deve ricorrere ad un sistema di »classificazione« di resistenza del materiale, che puo basarsi su criteri visuali (classificazione »a vista«) oppure attraverso la misurazione diretta di alcune proprietà  fisiche da parte di una macchina (classificazione »a macchina«).

La classificazione »a vista« si basa sulla osservazione diretta e oggettiva, da parte di un operatore, di alcuni parametri rivelabili visivamente e misurabili (per esempio rapporto tra la dimensione massima di un nodo e la dimensione dell’elemento strutturale). Alla fine di questo processo di classificazione è l’assegnazione del segato ad una classe di resistenza, a cui corrisponde un profilo prestazionale (lista di tutte le caratteristiche meccaniche del materiale utilizzabili in ambito ingegneristico). Le regole di classificazione sono diverse nei vari paesi, in funzione delle tipologie di specie legnose, delle tradizioni nella lavorazione e delle tecniche costruttive, ma in ambito europeo seguono necessariamente gli stessi principi, regolamentati a livello di norme europee armonizzate (es EN 14081 per il legno massiccio). I profili prestazioni (cioè le classi di resistenza), sono le stesse a livello europeo (EN 338 per il massiccio, EN 1194 per il lamellare).

Anche i prodotti a base di legno (come il legno lamellare ed il legno bilama e trilama) sono realizzati a partire da legno massiccio (tavole o segati) classificato secondo resistenza (a vista o a macchina), per cui al prodotto finale è assegnata una ben definita classe di resistenza.

Quando si indica, in un contratto o in un capitolato, un materiale di una certa classe (per esempio classe C24 per il legno massiccio di conifera, e quindi anche per il bilama e trilama), si esplicitano già  le caratteristiche meccaniche richieste e non occorrono indicazioni aggiuntive per definire le caratteristiche di resistenza. In Italia dal 1 gennaio 2008 dovrebbe diventare obbligatorio (salvo proroghe), il regime di marcatura obbligatorio anche per i prodotti strutturali da costruzione (come per esempio il legno massiccio da costruzione), che impone al direttore dei lavori di accettare in cantiere solamente materiale marcato CE. Questo renderà  quindi di fatto obbligatorio indicare nei capitolati anche le indicazioni della classe di resistenza del materiale. La fase di transizione, come pure l'uso di materiali per i quali non sia ancora disponibili il marchio CE, sono comunque regolati dal "Testo Unico" che indica la procedura necessaria alla certificazione del materiale usato e le normative di riferimento (UNI, EN, ecc.).

Tutte queste considerazioni non hanno pero nulla a che fare con la qualità  estetica di un prodotto a base di legno. Nella classificazione meccanica a vista infatti si possono anche ammettere difetti come per esempio una quantità  limitata di muffe dell’azzurramento, che non hanno nessuna influenza sulle proprietà  meccaniche, ma possono essere considerate semplicemente un danno estetico, che quindi puo deprezzare il materiale. E’ possibile quindi che una fornitura di legname classificato per resistenza presenti anche bluettature. Questo non sarebbe stato possibile se nel capitolato o nel contratto di acquisto fosse stata specificata anche una determinata classe di qualità  della fornitura (in alcune classi di qualità  non sono ammesse infatti le macchie dell’azzurramento, si veda la norma UNI EN 942 "Il legno nel settore della falegnameria - Classificazione generale della qualità  del legno").

Fatte queste premesse è doveroso aggiungere che la dicitura "a vista" spesso si riferisce non al metodo di classificazione usato per definire la classe di resistenza del materiale, ma in alternativa alla dicitura "ad uso industriale" o "classe industria", o altre indicazioni simili.

Si tratta di indicazioni che fanno riferimento alla qualità  estetica di un prodotto specifico e non ad una normativa o ad altre regolamentazioni. La descrizione di queste caratteristiche si trova quindi nella descrizione del prodotto, e quindi presso il produttore che lo offre sul mercato. Per alcuni prodotti queste definizioni sono facilmente disponibili, come per il lagno massiccio da costruzione KVH, il cui marchio depositato è ormai diventato un marchio di qualità  accettato a livello internazionale: il sito www.kvh.de contiene tutte le indicazioni al riguardo. Sullo stesso sito si trovano anche le indicazioni riguardanti il bilama e il trilama, nella sua forma di prodotto dal marchio depositato DUO e TRIO.

Nel caso di perizie tecniche queste indicazioni per la qualità  a vista sarebbero senz'altro prese come riferimento e definizione. Fino a che punto dal punto di vista giuridico l'indicazione in un appalto "Bilama di qualità  a vista" possa essere ammessa come vincolante per il rispetto di queste condizioni legate al prodotto "DUO e TRIO", esula dalle nostre competenze.

Per quanto concerne il legno lamellare incollato, le prescrizioni normative regolano soltanto l'aspetto tecnico del materiale e non quello estetico. La definizione delle caratteristiche estetiche è lasciata ancora una volta ai singoli produttori e/o rivenditori.

Appare quindi piuttosto evidente che la semplice dicitura "a vista" in un appalto non si basa su una definizione normativa, ma puo lasciare il campo aperto a apprezzamenti, valutazioni, e quindi a discussioni diverse. I riferimenti indicati e l'uso corrente possono senz'altro essere usati come punti di riferimento.

 


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