Ho il problema da reinfestazione di tarli del gen. Anobidi dei travi e listelli di rivestimento dei soffitti di casa nuova di 1 anno, che tipo di trattamento consigliereste?

Tommaso Tomasi, RO (Costruttore tetti / Strutture in legno): Ho il problema da reinfestazione di tarli del gen. Anobidi dei travi e listelli di rivestimento dei soffitti di casa nuova di 1 anno. La struttura lignea era gia' infestata, perché il trattamento industriale di recupero dei travi storici di un vecchissimo fabbricato, in un bagno di permetrina e successiva sabbiatura non ha ucciso alcune larve in profondità . L'anno scorso ho fatto eseguire un trattamento con microonde e pennellature di permetrina, che non hanno dato i risultati sperati nei 5 travi piö infestati. In casa ci abito e vorrei intervenire con la tecnica dell'iniezione forzata trattenuta con garanzia di 15 anni. La consigliereste come tecnica meno tossica per l'uomo?

ultimo aggiornamento
10.10.2014 (23.05.2014)
Nr.: 15554


Risposta team esperti Ing. Massimo Del Senno:

La permetrina ha un’azione biocida di tipo neurotossico e va utilizzata con opportune cautele. Specifiche preparazioni si prestano ad uso terapeutico (per il trattamento topico della scabbia e delle pediculosi), la tossicità  per i mammiferi è comunque variabile: i preparati per i cani se utilizzati per i gatti possono portare addirittura alla morte, anche per semplice contatto con animali trattati.

Premesso questo il trattamento per immersione non garantisce un penetrazione sufficiente ad eliminare larve attive, e una successiva sabbiatura al limite riduce lo strato di materiale su cui puo essersi fissato il principio attivo, riducendo la possibilità  di agire sugli individui all’atto della schiusa che durante le fasi di sfarfallamento.

Nel caso di cui si parla (Anobium punctatum) non si tratta, molto probabilmente, di una reinfestazione (un anno per la specie citata è il tempo minimo un ciclo completo di vita IN CONDIZIONI OTTIMALI DI UMIDITà€) ma della prosecuzione di attacchi già  in atto all’epoca della posa.

La tecnica ipotizzata (la cosiddetta iniezione forzata trattenuta) non prevede, a detta di alcuni applicatori, l’uso di principi attivi nocivi. Comunque se effettivamente il principio attivo rimanesse confinato all’interno della massa legnosa grazie alle valvole antiritorno di cui si fa uso, la sua eventuale tossicità  non avrebbe modo di agire sull’ambiente e su chi lo occupa. Dal punto di vista della applicazione il metodo appare meno oneroso di quelli basati su azioni fisiche (riscaldamento a microonde o »aerotermico«), ma è comunque opportuno, oltre alla garanzia offerta dagli applicatori, richiedere informazioni ESATTE sul principio attivo impiegato.


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