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Ho una struttura con pareti perimetrali in legno massiccio (con strati di tavole incrociate connesse meccanicamente) e pareti interne portanti a telaio in legno con diaframmi chiodati. Come comportarsi col coefficiente di struttura q? E' sufficiente utilizzare il minore tra quello delle due tipologie o devo piuttosto orientarmi sul considerare come sismo-resistente solo una delle due tipologie?
Davide Vulcan, TN (Ingegnere): Ho una struttura con pareti perimetrali in legno massiccio (con strati di tavole incrociate connesse meccanicamente) e pareti interne portanti a telaio in legno con diaframmi chiodati.
Come comportarsi col coefficiente di struttura q?
E' sufficiente utilizzare il minore tra quello delle due tipologie o devo piuttosto orientarmi sul considerare come sismo-resistente solo una delle due tipologie?
ultimo aggiornamento
03.11.2013 (18.10.2013)
Nr.: 15245
Risposta team esperti :
La sismo-resistenza di una struttura non dipende da quali parti della stessa sono considerate tali, ma da come effettivamente la struttura si comporta. Il coefficiente di struttura q è una caratteristica della struttura nel suo insieme, e non dei singoli componenti, anche se questi devono - se del caso - rispettare determinate esigenze di comportamento dissipativo. Fatta questa premessa, e ricordato che i collegamenti fra i diversi componenti della struttura giocano in questo contesto un ruolo fondamentale - nella domanda non se ne parla - è utile ricordare che le pareti definite come esterne e quelle definite come interne dovranno interagire in caso di carico sismico. Volendo sfruttare la capacità dissipativa di alcune parti della struttura, è giocoforza imperativo che le parti non duttili, o meno duttili, siano opportunamente protette tramite adeguata sovra-resistenza delle stesse. In tal caso le parti duttili chiamate a creare la capacità dissipativa saranno determinanti per la definizione del corretto coefficiente di struttura.
Secondo questo principio, qualora la capacità dissipativa della struttura fosse affidata effettivamente a elementi di tipo diverso agenti contemporaneamente in ambito dissipativo, sembra logico concludere che la capacità dissipativa complessiva sia definita dai componenti a dissipazione piö limitata.
Che tutto cio non significhi che semplicemente si possa applicare al modello di calcolo il coefficiente di struttura piö sfavorevole delle varie tipologie con cui è stata composta la struttura portante nel suo insieme, ma che siano necessarie alcune considerazioni sul comportamento effettivo dell'intera struttura, appare piuttosto evidente.