Nel caso di travi di lunghezza 10 metri il legno puo subire una deformazione longitudinale (allungarsi o accorciarsi) dovuta alla variazione delle condizioni ambientali (temperatura, umidità ) e formare delle fessure nei punti di fissaggio se effettuato con staffe e viti o con perni passanti?

anonimo: Mi sto occupando della ristrutturazione di un tetto a due falde e vorrei sapere come effettuare il fissaggio delle travi in lamellare sui cordoli. La mia preoccupazione che trattandosi di travi di lunghezza 10 metri il legno puo subire una deformazione longitudinale (allungarsi o accorciarsi) dovuta alla variazione delle condizioni ambientali (temperatura, umidità ) e formare delle crepe nei punti di fissaggio se effettuato con staffe e viti o con perni passanti.

riccardo mancini, LU (Ingegnere): nel caso di una nuova copertura con travi principali in acciaio (4 puntoni in copertura a padiglione), arcarecci paralleli alla gronda e impalcato conn doppio tavolato incrociato, barriera al vapore, isolante, impermeabilizzazione e manto di copertura alla toscana, dovendo vincolare con staffe metalliche a scomparsa gli arcarecci alle sottostanti travi principali metalliche di copertura, è opportuno preforare la piastra con asole in modo da consentire eventuali deformazioni assiali degli arcarecci per eventuali variazioni di umidità  e temperatura? in questo modo garantirei un effettivo schema isostatico cerniera-carrello. grazie

ultimo aggiornamento
10.10.2014 (21.05.2008)
Nr.: 7765


Risposta team esperti Ing. Roberto Tomasi:

Le variazioni dimensionali dovute alle variazioni di umidità  si indicano come ritiri o rigonfiamenti igroscopici del legno. Tali variazioni dipendono dal contenuto di acqua (umidità ) del materiale e dalla direzione anatomica che si sta considerando.

Il parametro di utilizzo per determinare l'entità  di queste variazioni è il coefficiente di variazione dimensionale per variazioni percentuali unitarie, riportato nella seguente tabella in funzione delle tre direzioni anatomiche (tangenziale, radiale e longitudinale):

Coefficienti di variazione dimensionale ε per variazioni percentuali unitarie, Δμ = 1% di umidità  all’interno del campo igroscopico

Le deformazioni longitudinali sono quindi di un ordine di grandezza inferiori a quelle trasversali (radiali e tangenziali), pari, secondo la precedente tabella, ad 1/10000 per variazione di un grado di umidità  (questo significa una variazione di 1 mm per un asta di 10 m). Nel caso in cui gli elementi lignei siano posti in opera con valori di umidità  prossimi a quelli di equilibrio con l`ambiente, è chiaro che variazioni di questa entità  possono essere considerate non preoccupanti.

Diverso è il caso delle deformazioni trasversali (radiali e tangenziali) per le quali si hanno variazioni dimensionali di un'ordine di grandezza superiore rispetto alle direzione longitudinale. Anche tali deformazioni possono non creare grossi problemi nel caso di dimensioni limitate delle sezioni trasversali, e di elementi lignei posti in opera con stagionatura corretta, mentre devono essere correttamente valutate nel caso di travi con sezioni alte ed inserite in un ambiente che determina variazioni significative del contenuto di acqua del legno.

 


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