Qual è la differenza fra "qualità  a vista" e "qualità  industriale" delle travi lamellari?

Maurizio Ricco, SA (Commerciante / Agente legno): Qual è la differenza fra "qualità  a vista" e "qualità  industriale" delle travi lamellari?

ultimo aggiornamento
10.10.2014 (07.09.2010)
Nr.: 10882


Risposta team esperti Ing. Roberto Tomasi:

E’ bene innanzitutto fare alcune precisazioni sulla terminologia che si utilizza nel campo della classificazione del materiale. Il termine "qualità " puo indicare genericamente alcuni parametri significativi presenti in diversi assortimenti di legname, come la numerosità  e dimensione dei nodi, la presenza di tasche di resina, bluettature etc: si tratta quindi di un concetto abbastanza generico che puo avere una corrispondenza sia con caratteristiche meccaniche che con alcune particolarità  estetiche del materiale.

 

Oggi nelle forniture di legname o di prodotti a base di legno per le costruzioni si deve ricorrere ad un sistema di »classificazione« di resistenza del materiale, che puo basarsi su criteri visuali (classificazione »a vista«) oppure attraverso la misurazione diretta di alcune proprietà  fisiche da parte di una macchina (classificazione »a macchina«).

La classificazione »a vista« si basa sulla osservazione diretta e oggettiva, da parte di un operatore, di alcuni parametri rivelabili visivamente e misurabili (per esempio rapporto tra la dimensione massima di un nodo e la dimensione dell’elemento strutturale). Alla fine di questo processo di classificazione è l’assegnazione del segato ad una classe di resistenza, a cui corrisponde un profilo prestazionale (lista di tutte le caratteristiche meccaniche del materiale utilizzabili in ambito ingegneristico). Le regole di classificazione sono diverse nei vari paesi, in funzione delle tipologie di specie legnose, delle tradizioni nella lavorazione e delle tecniche costruttive, ma in ambito europeo seguono necessariamente gli stessi principi, regolamentati a livello di norme europee armonizzate (es EN 14081 per il legno massiccio). I profili prestazioni (cioè le classi di resistenza), sono le stesse a livello europeo (EN 338 per il massiccio, EN 1194 per il lamellare).

Anche i prodotti a base di legno (come il legno lamellare ed il legno bilama e trilama) sono realizzati a partire da legno massiccio (tavole o segati) classificato secondo resistenza (a vista o a macchina), per cui al prodotto finale è assegnata una ben definita classe di resistenza.

Quando si indica, in un contratto o in un capitolato, un materiale di una certa classe (per esempio la classe GL24 per il legno lamellare), si esplicitano già  le caratteristiche meccaniche richieste e non occorrono indicazioni aggiuntive per definire le caratteristiche di resistenza. In Italia dal 1 luglio 2009 è di fatto obbligatorio il regime di certificazione obbligatoria per i prodotti strutturali da costruzione (come per esempio il legno massiccio da costruzione), che impone al direttore dei lavori di accettare in cantiere solamente materiale dotato di certificazione (ovvero marcato CE oppure provvisto di analoga certificazione nazionale). Questo renderà  quindi di fatto obbligatorio indicare nei capitolati anche le indicazioni della classe di resistenza del materiale. La fase di transizione, come pure l'uso di materiali per i quali non sia ancora disponibili il marchio CE, sono comunque regolati dal "Testo Unico" che indica la procedura necessaria alla certificazione del materiale usato e le normative di riferimento (UNI, EN, ecc.).

Tutte queste considerazioni non hanno pero nulla a che fare con la qualità  estetica di un prodotto a base di legno. Nella classificazione meccanica a vista infatti si possono anche ammettere difetti come per esempio una quantità  limitata di muffe dell’azzurramento, che non hanno nessuna influenza sulle proprietà  meccaniche, ma possono essere considerate semplicemente un danno estetico, che quindi puo deprezzare il materiale. E’ possibile quindi che una fornitura di legname classificato per resistenza presenti anche bluettature. Questo non sarebbe stato possibile se nel capitolato o nel contratto di acquisto fosse stata specificata anche una determinata classe di qualità  della fornitura (in alcune classi di qualità  non sono ammesse infatti le macchie dell’azzurramento, si veda la norma UNI EN 942 "Il legno nel settore della falegnameria - Classificazione generale della qualità  del legno").

Fatte queste premesse è doveroso aggiungere che la dicitura "a vista" spesso si riferisce non al metodo di classificazione usato per definire la classe di resistenza del materiale, ma in alternativa alla dicitura "ad uso industriale" o "classe industria", o altre indicazioni simili.

Si tratta di indicazioni che fanno riferimento alla qualità  estetica di un prodotto specifico e non ad una normativa o ad altre regolamentazioni. La descrizione di queste caratteristiche si trova quindi nella descrizione del prodotto, e quindi presso il produttore che lo offre sul mercato. Per alcuni prodotti queste definizioni sono facilmente disponibili, come per il legno massiccio da costruzione KVH, il cui marchio depositato è ormai diventato un marchio di qualità  accettato a livello internazionale: il sitowww.kvh.de contiene tutte le indicazioni al riguardo. Sullo stesso sito si trovano anche le indicazioni riguardanti il bilama e il trilama, nella sua forma di prodotto dal marchio depositato DUO e TRIO. Nel caso di perizie tecniche queste indicazioni per la qualità  a vista sarebbero senz'altro prese come riferimento e definizione.

Per quanto concerne il legno lamellare incollato, le prescrizioni normative regolano soltanto l'aspetto tecnico del materiale e non quello estetico. La definizione delle caratteristiche estetiche è lasciata ancora una volta ai singoli produttori e/o rivenditori.

 


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