Qual è lo scopo del telo posto sotto l'isolamento del tetto? Quale deve essere la traspirabilità  del tetto?

alessandro lando, VE (Ingegnere): a che serve e come lavora esatttamente la barriera vapore che solitamente si posa tra perline e isolamento del tetto?

armando annunziata, SA (Architetto): che differenza c'è tra la barriera al vapore e il freno al vapore.

Salvatore Polino, EN (Commerciante / Agente legno): Che differenza cè tra il freno e la barriera al vapore?

ultimo aggiornamento
10.10.2014 (25.05.2007)
Nr.: 7161


Risposta team esperti Ing. Roberto Tomasi:

In realtà  per il telo posto tra le perline e l’isolamento è piö corretto utilizzare un »freno« al vapore, ovvero uno strato che consenta di comunque di dosare il passaggio del vapore.

La permeabilità  al vapore di uno strato di materiale viene definita indicando lo spessore dello strato d’aria equivalente sd, corrispondente allo spessore di uno strato d’aria che ha la stessa resistenza alla diffusione del vapore acqueo di uno strato di materiale con spessore d e coefficiente di resistenza alla diffusione del vapore µ (il rapporto tra i due parametri è sd = µ ∙ d [m]).

In funzione del valore di sd i teli possono venire classificati in freni al vapore, barriere al vapore oppure teli traspiranti:

  • sd < 0,1 m telo ad alta traspirazione
  • 1 m < sd < 20 m freno al vapore (materiale semitraspirante al vapore)
  • sd > 20 m barriera al vapore

Lo scopo del freno al vapore per la protezione del tetto è quello di controllare il passaggio di vapore attraverso il tetto e quindi evitare il fenomeno della condensa negli strati interni del pacchetto costruttivo. Se analizziamo per esempio il regime invernale, l’aria calda presente nell’edificio presenta una umidità  di saturazione (cioè la massima quantità  possibile di acqua in forma di vapore presente in un m3 ad una certa temperatura) maggiore rispetto all’aria fredda esterna. Quindi l’aria interna raffreddandosi deve comunque diminuire la propria quantità  di vapore acqueo cedendo all’ambiente acqua in forma liquida: da qui il fenomeno della condensa, che puo creare danni anche con formazioni di muffe.

La formazione di condensa anche in quantità  limitate è in qualche modo un fenomeno inevitabile: occorre comunque cercare di limitare la quantità  massima di acqua che si forma all’interno delle pareti, in accordo con le modalità  di calcolo e secondo i parametri massimi prescritti dalla normativa. All’atto pratico, al fine di limitare questo fenomeno, si deve cercare porre un freno al vapore acqueo che proviene dagli strati piö caldi, in modo tale che l’aria calda che si raffredda abbia comunque un contenuto di acqua simile a quello dell’aria esterna (importante quindi che tale strato sia posto nella parte »calda« del tetto, quindi tra il tavolato e l’isolante). Una barriera totale al vapore non è consigliabile, anche perché si deve comunque poter garantire un certo passaggio di vapore anche nella direzione opposta, per esempio in regime estivo.

Si ricorda invece che nella parte »fredda«dell’ isolante è corretto inserire un telo ad alta traspirazione, che funzioni da barriera per l’acqua ed il vento che provengono dal manto di copertura, che lascia traspirare completamente il vapore in uscita.


La mia domanda alla redazione...

Gentile utente, a causa della riorganizzazione del servizio al momento non è possibile inserire le domande agli esperti. Cerchiamo di riattivare il servizio non appena possibile.

Servizio gratuito di informazione tecnica. Condizioni del servizio.