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Devo recuperare un soffitto ligneo unico a cassettoni decorati di circa 50mq, quali potrebbero essere i trattamenti piö efficaci?
cinzia panizzon, MN (Altro: restauratore): Devo recuperare un soffitto ligneo unico a cassettoni decorati di circa 50mq; a detta dei proprietari non è mai stato trattato e c'è un attacco di insetti xilofagi in atto ma non è ancora stato possibile verificarlo ne stabilirne l'entità . Ora se nella peggiore delle ipotesi l'attacco fosse in atto già da un po' (presenza di insetto a vari stadi) sarebbe praticabile un trattamento di anossia con assorbitori di ossigeno+permetrina? E' percorribile la strada di creare piö sacche di polibarriera seguendo le partiture delle stanze magari riducendo anche il contenuto di aria per mezzo di un aspiratore? Quali potrebbero essere trattamenti alternativi ma egualmente efficaci?
ultimo aggiornamento
10.10.2014 (20.01.2014)
Nr.: 15343
Risposta team esperti :
Corre l’obbligo di rammentare il DPR numero 802/1982 sull’uso delle unità di misura SI e dei relativi simboli, e la conseguente scorrettezza del simbolo »mq« per indicare il metro quadrato (che va indicato con »m2«, a rischio della nullità di un atto amministrativo).
Cio premesso, salva l’opportunità di conoscere la specie legnosa usata nei cassettoni e la specie responsabile dell’attacco (individuabile, in assenza di esemplari, mediante l’osservazione delle dimensioni e della forma dei fori di sfarfallamento e dall’esame della rosura), nel caso in questione l’aspetto piö problematico è il confinamento degli elementi da trattare ai fini di eseguire un trattamento in atmosfera controllata come quello ipotizzato.
Salvo il ricorso a strutture specializzate nei trattamenti su grandi ambienti (come nel caso della disinfestazione di silos) è inevitabile la partizione della zona su cui intervenire in elementi piö agevolmente gestibili.
Porre in depressione l’ambiente da trattare per diminuire il volume (e soprattutto la massa) di aria da trattare con prodotti capaci di sequestrare ossigeno (generalmente basati su Sali di ferro) richiederebbe una struttura di una certa rigidezza, perché la pressione esterna potrebbe schiacciare il materiale (»polibarriera«, o semplicemente polietilene) contro le pareti dell’elemento da bonificare, ostacolando il movimento dei gas, piö opportuno sarebbe ricorrere a sacchetti contenenti p. e. azoto, che, rigonfiandosi durante la fase di depressione ridurrebbero il volume della »camera« di trattamento, evitando l’inconveniente cui si accennava sopra.
I trattamenti »in atmosfera controllata« si possono eseguire oltre che per anossia (impoverendo l’aria di ossigeno tramite i captatori cui si accennava sopra) anche utilizzando gas inerti come Azoto, Argon o Anidride carbonica, con durate dipendenti dalla specie chimica scelta. Il successo di questo metodo (che è applicato con procedure non molto diverse da quelle delle tradizionali fumigazioni)deriva dai vantaggi evidenti della sostituzione delle sostanze tossiche (fosfina, ossido di etilene) di solito utilizzate nelle fumigazioni citate sopra.
Quanto all’uso della permetrina non è chiaro cosa si intenda: la casistica indica l’uso di questo biocida per il trattamento preventivo (caso del ciborio del Vasari) sulle parti non in vista. Nel caso in questione sembrano presentarsi due problemi: l’accesso all’intradosso dei cassonetti e la compatibilità estetica dell’applicazione di un biocida (permetrina o altri) con il decoro presente. Va ricordato che comunque un trattamento preventivo andrebbe utilizzato, dato che il trattamento in atmosfera controllata blocca le infestazioni in atto, ma non offre nessuna garanzia contro la possibilità di attacchi futuri. In alternativa a questi metodi si puo ricorrere al riscaldamento a microonde, ma questa tecnica non è molto adatta al trattamento di elementi di forma complessa (concavi in senso geometrico, cioè con la possibilità che la congiungente di una coppia di punti interni attraversi il contorno).