Vorrei avere da voi delle informazioni per poter scegliere delle tavole piallate e rettificate da posare come finitura a vista su un tetto in legno.

Michele Sartoretto, TV (Architetto): Vorrei avere da voi delle informazioni per poter scegliere delle tavole piallate e rettificate da posare come finitura a vista su un tetto in legno. Se le tavole di pino sp. 2,5 piallate e rettificate hanno nodi secchi questi si staccheranno: sono di migliore qualità  le tavole con nodi freschi? Se alcune tavole sono di colore grigiastro, sono tavole ricavate da piante morte.

ultimo aggiornamento
10.10.2014 (25.09.2012)
Nr.: 14340


Risposta team esperti Ing. Massimo Del Senno:

Non è chiaro cosa si intenda con »nodi secchi« e »nodi freschi«: In tecnologia del legno si distingue fra nodi sani aderenti, corrispondenti alla sezione di rami vivi all’atto dell’abbattimento il cui tessuto è diverso da quello del tronco, ma fra i due non ci sono discontinuità  e nodi sani cadenti, corrispondenti alla sezione di rami morti prima dell’abbattimento, che sono ricoperti da corteccia e effettivamente soggetti a staccarsi durante l’essiccazione, dato che il tessuto dei nodi ha una massa volumica maggiore di quello del tronco e quindi un maggior ritiro (nei nodi aderenti questo da origine a fessurazioni a stella (fessure che si irradiano dal centro del nodo). Nela caso dei nodi cadenti se il tessuto morto è stato sede di eventi patologici (attacchi fungini) si parla di »nodo nero«. Va comunque detto che le norme di classificazione per il legno di conifera non distinguono fra nodi e fori da nodo, considerandoli tutti difetti, quindi anche un nodo aderente è un difetto. Questo per la classificazione ad uso strutturale: è possibile che tipo e dimensione dei nodi siano valutati diversamente per altre destinazioni, secondo criteri dettati dagli usi e consuetudini, ma in questo caso i criteri variano da una camera di commercio all’altra.

Non esiste un criterio per distinguere il legno proveniente da piante morte in piedi (tutto le piante con l’abbattimento muoiono) e in genere le cause di morte di una pianta non hanno nulla a che vedere con la qualità  del legno, anzi la morte in piedi a volte si provoca ad arte (p.e. tramite cercinatura=resezione della periferia fino a interrompere la zona cambiale) perché si ritiene che questo eviti i problemi legati alle tensioni di accrescimento, quindi la »morte in piedi« sarebbe un metodo per MIGLIORARE la qualità  del materiale.

La discolorazione del legno nella maggior parte dei casi da due fattori: il degradamento cromatico ad opera dell’esposizione alle intemperie (particolare importanza riveste la frazione visibile della luce solare, dato che in genere alla frazione UV non è associata molta energia) e dei funghi dell’azzurramento, che si nutrono dei materiali di riserva contenuti nelle cellule parenchimatiche (=raggi) e non interessano le pareti cellulari quindi non determinano alterazioni meccaniche. Se la causa dell’ingrigimento osservato è una di queste due non ha nessun rilievo ai fini strutturali, se sono da considerare anche aspetti estetici vale quanto osservato sopra per la nodosità , salvo espliciti riferimenti nei capitolati d’acquisto.


La mia domanda alla redazione...

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