Vi è uno strumento che mi consente di valutare la resistenza di travi in abete tarlate?

anonimo: Devo rifare la copertura di un tetto la cui struttura è in travi di abete che ad una prima analisi appaiono parzialmente tarlate. Prima di spendere soldi per una copertura vorrei sapere se il legno della struttura è ancora affidabile; ovviamente se così sarà  verra effettuato un trattamento antitarlo. Vi è uno strumento che mi consente di valutare la resistenza dell'orditura?

ultimo aggiornamento
05.11.2015 (18.01.2011)
Nr.: 11384


Risposta team esperti Ing. Massimo Del Senno:

Una distinzione tagliata con l’accetta, ma tutto sommato utile, tra le conseguenze degli attacchi di insetti e quelli di funghi è che i primi rimuovono la materia (scavando gallerie), mentre i secondi la degradano.

Il degrado avviene perché gli organismi vegetali (funghi) »attaccano« il legno per nutrirsi di uno dei suoi componenti (cellulosa o lignina), o magari di entrambi.

Quindi la diminuzione di massa volumica di una parte di un elemento ligneo rispetto al rimanente puo essere assunta come indice del degrado materico in generale e della diminuzione delle possibili prestazioni meccaniche in particolare.

La prassi generalmente adottata nelle operazioni di diagnosi è quella di effettuare un’analisi »di primo livello«, basata sull’esame della macromorfologia dell’elemento strutturale e sulle conclusioni che da tale esame puo trarre un tecnologo del legno: se l’esame di primo livello non puo, da solo, definire lo stato dell’elemento ed è questo il caso piö frequente, bisogna intervenire cercando di valutare cio che »non si vede«, ed è in questa fase che si ricorre spesso a valutazioni della densità  del legno, valutazioni in genere non dirette ma affidate alla misura di grandezze ad essa correlate.

Si trovano sul mercato strumenti basati su considerazioni densitometriche (ripetiamo: misura di fattori legati con correlazione in questo caso negativa alla massa volumica), quali i misuratori di profondità  di impronta ed altri, riconducibili, con le dovute distinzioni al piö noto sclerometro, che utilizzano un punzone dotato di solo movimento assiale, e quelli che utilizzano un utensile dotato di avanzamento assiale e moto »di taglio« angolare. Questo consente all’utensile di penetrare nell’elemento indagato con sforzi assiali tutto sommato modesti (evitando il ricorso a sistemi di contrasto) e fornire letture indipendenti dalla profondità  di penetrazione dell’utensile.

Le opportunità  offerte da questo tipo di apparecchio, sono essenzialmente quelle citate, legate all’esiguità  delle forze da esercitare assialmente e alla possibilità  di »leggere« le caratteristiche su spessori anche notevoli (400 mm).

Questo aspetto è particolarmente importante dato che gli attacchi biotici sono spesso caratterizzati dalla non visibilità , sia perché un elemento puo apparire esternamente integro, ma la sua sezione essere fortemente compromessa (come nel caso di attacchi da capricorno delle case), oppure, come per lo piö avviene nel caso di attacchi fungini, la materia danneggiata è distinguibile a vista da quella sana, ma è localizzata in parti dell’elemento che non sono visibili, dato che è in queste (testate murate, attraversamenti di pareti) che si verificano piö di frequente le condizioni favorevoli all’attacco fungino.

Praticando un foro di sondaggio a 45° rispetto alle pareti si possono avere informazioni abbastanza complete per elementi di altezza dell’ordine di 30 cm, e combinando sondaggi su piö lati della sezione si possono coprire altezze anche superiori.

Fino a questo momento (e in base alle informazioni disponibili all’estensore) non è pero possibile oggettivare le letture in termini quantitativi, nonostante i tentativi eseguiti con materiali di densità  nota e costante o variabile in maniera nota (caso del pannello MDF con profilo densitometrico rilevato ai raggi gamma), o con prove su legni tropicali.

Va detto che un tipo di strumento da solo non sempre puo fornire informazioni precise ed esaustive sul materiale o, a maggior ragione, sui manufatti.

È implicito che questi strumenti, come del resto anche gli altri, restituendo un informazione essenzialmente qualitativa richiedono un interpretazione comparativa che solo un professionista esperto puo effettuare. Questo non è uno svantaggio, anzi tutt’altro, perché mette al sicuro da valutazioni superficiali e basate su conoscenze nella migliore delle ipotesi approssimate del materiale e delle caratteristiche indagate.

Maggiori informazioni su queste apparecchiature si possono trovare in: Applicabilità  di indagini strumentali per la valutazione di elementi strutturali in legno«, Del Senno M., Michelon G., Piazza M (2002), L'Edilizia, n. 4, pp. 24-3.


La mia domanda alla redazione...

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